La costellazione di Andromeda è tra le più ampie dell’emisfero boreale, formata da tre stelle equidistanti e luminose, ben allineate.
É facile da individuare perché da un lato c’è Pegaso con la quale condivide la stella più brillante Alpheratz (ombelico del cavallo) che fa parte del grande quadrato (dell’asterismo), e dall’altro Cassiopea.
Allontanandosi da Pegaso si incontra la seconda stella più luminosa, Mirach (la cintura) ossia il corpo della fanciulla.
Come la costellazione del cavallo alato è già visibile nel periodo estivo, ma raggiunge la massima altezza tra fine settembre e dicembre.
Oggetti da osservare
M 31. Grazie ai cieli bui, sotto i quali sorge l’Osservatorio Astronomico di Volterra, è percepibile ad occhio nudo la galassia di Andromeda distante da noi 2,3 milioni di anni luce. Fa parte del catalogo Messier al posto 31 (M 31) ed è la nostra “vicina di casa”, infatti con la Via Lattea sembra condividere la quantità di stelle (circa 400 miliard). Se ai telescopi portatili è visibile la parte centrale della galassia di Andromeda come un batuffolo simile ad una piccola nuvola, con la fotografia si osserva in tutta la sua interezza. Visibile una banda di polveri lungo il disco e una piccola condensazione indistinta, ossia NGC 206, un ammasso aperto a lei appartenente ed il più lontano che possiamo osservare. I bracci a spirale che avvolgono la galassia sono formati da miliardi di stelle.
Nello stesso campo è possibile osservare anche due piccole galassie satelliti che le ruotano intorno nell’arco di milioni di anni, quali M 32 e M 110 (allungata e più distante dal nucleo).
NGC 891. Splendida galassia a spirale vista di taglio, è piuttosto debole e osservabile con grandi telescopi. Si contende con NGC 4565 la “Galassia Ago” nella Chioma di Berenice il titolo per quella più spettacolare.
NGC 7662. Piccola nebulosa planetaria chiamata “Blue Snowball” (palla di neve blu) dalla colorazione evidente.
Miti e leggende della costellazione di Andromeda
Conosciuta fin dall’antichità, Andromeda era la figlia di Cassiopea e Cefeo, signori del regno di Etiopia, era una bellissima fanciulla e una principessa famosa per la sua amabilità. Ma la madre Cassiopea, troppo fiera di sé, si vantava di essere una delle figlie del dio del mare Nereo (divinità greca), oltre ad avere la figlia più bella persino delle incantevoli Nereidi.
Così Nereo si infuriò e punì lei e la sua famiglia con l’ira di Cetus (la Balena). Il malvagio mostro iniziò a mietere terrore sulla costa, mentre un oracolo disse a Cassiopea e Cefeo che solamente il sacrificio della loro figlia avrebbe placato l’ira del dio del mare. La bella fanciulla fu incatenata ad una roccia per essere divorata da Cetus.
Ma Perseo, appena la vide incatenata alle aspre rocce, ne rimase affascinato e solo grazie ai suoi occhi lucidi ed alla brezza che le agitava i capelli non la scambiò per una statua di marmo. Senza rendersene conto se ne innamorò subito. I genitori corsero piangenti ai suoi piedi mentre il mostro si avvicinava per divorarla.
Perseo allora mostrò la testa di Medusa a Cetus trasformandolo in quell’istante in pietra, liberò la fanciulla e la portò in salvo su Pegaso, il cavallo alato.